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Luca Di Castri
spazivirtuali
01/10/2016

 

Non v’è dubbio che, nelle sue opere, Luca di Castri voglia proporci un’idea di manipolazione degli spazi, non tanto nelle dimensioni o nelle reali proporzioni (non si parla pertanto di alterazioni o di deformazioni degli spazi vivibili) quanto nella loro percezione visiva.

Le opere selezionate per questa mostra appartengono all’ultimo quinquennio e sono state raccolte sotto il titolo di “spazivirtuali” dove per spazio si deve intendere la scena, la rappresentazione, l’ambiente, la dimensione temporale e per virtuale il simulato, ciò che appare reale, che è oltre al reale, che nega le logiche del vero.

Le alterazioni di Luca riguardano un percorso molto vario e sicuramente alla costruzione di questi spazi virtuali vi arriva attraverso diverse modalità.

Da una parte abbiamo rappresentazioni di paesaggi che, sebbene ideati e concepiti sul modello classico di un orizzonte che divide idealmente la tela e di una proiezione dell'osservazione verso un infinito, qui vengono elaborati affinché la percezione arrivi ad un limite e sia costretta a fare i conti con degli sbarramenti, delle schermature.  Si tratta di preclusioni trasparenti ma che non possono che convincere a fermarsi, a non andare oltre; imponendoci di restare nel vissuto più prossimo e circoscritto.

la macchina del tempo, 2015 - 100x120
le barche, 2015 - 70x70
giorno e notte, 2013 - 40x50
le vanda, 2015 - 100x60

Dall’altra parte abbiamo dei giochi prospettici a volo, dall’alto, su città osservate, scrutate da un punto di vista a volte improponibile per un comune osservatore;  un punto di vista che ribalta l’impostazione precedente poiché non è tanto il luogo che osserviamo a trovarsi in una dimensione alterata ma è il luogo di partenza a risultare altrove rispetto al vissuto che curiosiamo.

Infine abbiamo le tele nelle quali il gioco delle manipolazioni percettive dello spazio si fa ancora più estremo poiché l’artista crea una perfetta fusione tra gli spazi e i suoi attori, tra il contenitore e il contenuto, tra l’ambiente e i personaggi che in esso si muovono;  fusione che conduce alla perdita della definizione e della singolarità dei soggetti, trasformandoli in una parte del tutto.

Ma cosa vuole dirci Luca Di Castri con queste immagini? 

L’artista ci invita al gioco della sorpresa, che poi diventa processo illusorio.  Ci ricorda che la finzione è sempre lì, a far parte del reale, e che gli spazi virtuali sono tutt’altro che immaginari. 

Non ci troviamo di fronte a scene surrealiste, ovvero a inattese visioni che sorprendono per la loro assurdità o perché contraddicono le nostre certezze. Qui ci troviamo di fronte  all’illusione che governa il senso di ciò che facciamo.   E’ come se Luca ci suggerisse di stare attenti perché quella che noi chiamiamo realtà alla fine potrebbe rivelarsi una mera illusione e che in fondo gli spazi sono davvero tutti virtuali.

 

Il curatore della mostra

Ciro Inserra

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36 Dei Neri St. Empoli _FI_ CA 50053

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